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Più bassi tassi di trombi intracardiaci con Dabigatran, Rivaroxaban rispetto a Fenprocumone


La prevalenza di trombi intracardiaci è risultata più bassa nei pazienti con fibrillazione e flutter atriale ad alto rischio trattati con anticoagulanti orali diretti rispetto al Fenprocumone, un anticoagulante cumarinico analogo del Warfarin e del Dicumarolo.

Sebbene gli anticoagulanti orali diretti siano sicuri ed efficaci per la prevenzione dell'ictus, rimane da accertare la loro sicurezza durante la cardioversione.
Con l'aumento della frequenza nell'uso di questi farmaci, è essenziale identificare i fattori di rischio di tromboembolismo in questi pazienti.

Ricercatori della Università di Heidelberg, in Germania, hanno compiuto uno studio retrospettivo confrontando la prevalenza di trombi intracardiaci nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare trattati con anticoagulanti orali diretti rispetto agli antagonisti della vitamina K.
Sono stati analizzati 672 ecocardiogrammi transesofagei eseguiti in 643 pazienti presso il Centro medico universitario nel periodo 2012-2014.

I pazienti sono stati divisi in 4 gruppi in base alla terapia anticoagulante: Fenprocumone ( Liquamar ) ( n=180 ), Rivaroxaban ( Xarelto ) ( n=122 ), Dabigatran ( Pradaxa ) ( n=79 ), e la terapia ponte con Eparina a basso peso molecolare oppure con Eparina non-frazionata ( n=287 ).

I pazienti nel gruppo Fenprocumone avevano un tasso di trombi pari al 17.8% rispetto al 3.9% del gruppo anticoagulanti orali diretti.

I pazienti nel gruppo terapia ponte tendevano ad avere tassi di trombi più bassi rispetto a Fenprocumone; tuttavia, non è stata raggiunta la significatività statistica.

I ricercatori hanno effettuato una analisi di sottogruppi che ha incluso solo i pazienti che hanno ricevuto Fenprocumone con un rapporto internazionale normalizzato ( INR ) maggiore o uguale a 2 il giorno dell’indagine o pazienti sottoposti a terapia anticoagulante orale diretta per 3 o più settimane.

Il tasso di trombi intracardiaci erano significativamente più alti nel gruppo Fenprocumone ( 18.3% ) rispetto a Dabigatran ( 0% ), Rivaroxaban ( 6.6% ) e pazienti trattati con qualsiasi anticoagulante orale diretto ( 3.8% ). ( Xagena2015 )

Fonte: American Journal of Cardiology, 2015

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